phil tippett

Ai Lov Muvis: reviù sulle ultime uscite nei tiater

Siccome siamo in un periodo in cui vengono protette e valorizzate tutte le minoranze (l’importante è che abbiano una connessione internet), anche noi amanti del cinema dobbiamo farci sentire. Soprattutto dopo che abbiamo raggiunto i minimi storici per il prezzo di un biglietto: 4,9 euro! Poi mi sono preso i classici pop-corn con la Coca, ripristinando l’equilibrio naturale dell’economia.

Avventure monetarie a parte, di recente ho visto dei bei filmacci e dei banali filmoni, ma anche filmetti che spaccano e filmini tanto brutti:

  • EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE (2022)
    Titolo italiano: [Non ancora pervenuto, ma dovrebbe rimanere uguale a quello originale… pazzesco!]
    Titolo italiano classico, mancato per un pelo: 4 PASSI NEL MULTIVERSO
    Paese: America
    Trama: una famiglia asiatica che possiede una lavanderia in America cerca di compilare correttamente il modulo 730…
    No, scusate, è un’attrice di film d’azione, abilissima nelle arti marziali, la quale…
    No, mi sono confuso ancora. Il film parla del bambino asiatico dei Goonies…
    Gli esseri umani hanno delle dita a salsiccia…
    Ah no, ecco, ora mi ricordo bene. I protagonisti sono due sassi…
    Mmm, mi sa che sono in fungo.
    Recensione: Il secondo ottimo prodotto sfornato dai Daniels, l’accoppiata composta da Daniel Kwan e Daniel Scheinert, dopo il loro esordio nelle sale con il film Swiss army man (in Italia uscito come Swiss army man – Un amico multiuso), una geniale dark-comedy che vede un altro Daniel (Radcliffe) recitare il ruolo di un cadavere. La loro ultima opera parla invece di universi paralleli e di recente abbiamo parecchi esempi sul tema. Difatti, dopo aver visto Spider-Man: Into The Spider-Verse (in Italia con il nome Spider-Man – Un nuovo universo) i Danieli hanno commentato: “Oh merda, ci stanno battendo tutti su questa cosa a cui stiamo ancora lavorando”. Kwan ha anche aggiunto: “Guardare la seconda stagione di Rick & Morty è stato davvero doloroso. Avevano già realizzato tutte le nostre idee che pensavamo essere originali. Quindi ho smesso di guardarlo mentre stavamo sviluppando questo progetto”.
    Le tematiche affrontate sono svariate, principalmente riguardano l’esistenzialismo, il nichilismo, l’integrazione, il bambino asiatico dei Goonies, l’omofobia ed i bagel.
    A mio parere un gran bel film, scritto e diretto ottimamente, con una recitazione a dir poco eccezionale. Non vedo l’ora che esca anche in Italia che me lo vado volentieri a rivedere per la terza volta e vediamo se riesco a non piangere come una fontana stavolta.
    Consigliato a: tutti, da vedere in qualunque luogo, in una volta sola. Particolarmente consigliato a chi fa un uso smodato di sostanze psicotrope, ma anche a chi soffre di depressione.
  • DOCTOR STRANGE IN THE MULTIVERSE OF MADNESS (2022)
    Titolo italiano: DOCTOR STRANGE NEL MULTIVERSO DELLA FOLLIA
    Titolo italiano classico, mancato per un pelo: UNO STRANO DOTTORE IN UNO STRANO UNIVERSO
    Paese: America
    Trama: Il supereroe con il dottorato in chirurgia e uno Strano cognome si ritrova a fare le solite cose che fanno i supereroi Marvel.
    Recensione: Pur avendone visti parecchi di film Marvel, non mi definisco un grande fan. Porto tantissimo rispetto per l’universo dei supereroi che i grandi scrittori e fumettisti sono riusciti a creare, ma è fin troppo vasto e sconfinato da farmi desistere nel voler scendere in dettagliati approfondimenti. C’è da aggiungere anche che il classico approccio narrativo Disneyano sulle sue produzioni cinematografiche non influisce certo positivamente. C’è un nome, tuttavia, che mi ha spinto a voler andare a vedere questo film: Sam Raimi. Ho un debole per questo regista, fin dai tempi di The Evil Dead (il cui titolo italiano è quell’insulso La Casa). È proprio da quella serie di film gore che il regista si autocita, inserendo un cameo di Bruce Campbell e mostrando un cadaverico Doctor Strange che ho apprezzato tantissimo. Altra scena che ho amato è quella dello scontro musicale, dove vediamo il dottore trasformare le note prodotte da diversi strumenti in veri e propri proiettili. In definitiva questo film non mi è dispiaciuto, si lascia guardare piacevolmente, pur non avendo quella trama così pazzesca (stiamo comunque parlando dei soliti filmetti della Marvel). Quindi secondo me questo film è…
    Consigliato a: i fan di Sam Raimi, i fan della Marvel e i fan tastici 4.
  • THE BATMAN (2022)
    Titolo italiano: THE BATMAN
    Titolo italiano classico, mancato per un pelo: C’ERA UNA VOLTA A GOTHAM
    Paese: America
    Trama: “…si avvolge nel mantello, è proprio Batman. È rapidissimo, è furbissimo, è giustissimo…”
    Recensione
    : sapete cos’è giustissimo? Guardare questo filmone. Di tutte le trasposizioni cinematografiche sull’uomo pipistrello, questa è probabilmente la mia preferita. Mi sento di iniziare omaggiando la scenografia. Una Gotham così non l’avevo mai vista: sporca, malata e criminale, tanto da sembrare Quarto Oggiaro. Questa cupa sensazione che emerge dall’ambientazione è la stessa che si ha guardando Alien o Robocop, film nei quali le scene erano perfettamente sviluppate per farci immedesimare in quei luoghi sporchi di grasso per motori e sangue rappreso. Un’altra cosa che mi ha fatto godere è stata l’ottima scelta da parte del regista, Matt Reeves, di far emergere quel realismo che manca fin troppo spesso nei film sugli eroi da fumetto. Bruce Wayne è un essere umano, con tanti soldi, tanti gadget e una spiccata abilità da detective. Il regista, infatti, si rifà a Batman: The Animated Series, il cartone animato di Batman uscito negli anni ‘90, quello con cui sono cresciuto (non per altro sono partito citando proprio la sigla italiana cantata da Cristina D’Avena). Vorrei parlare di mille altre cose su questo film, come la macchina di Batman… solo a ripensarci mi vengono i brividi… ma rischio di sputtanare troppo. Quindi concludo dicendo di quanto sia stato incredibile la recitazione da parte di Colin Farrell nei panni di… non ve lo dico, perché è impossibile riconoscerlo sotto tutto quel make-up. Fate la prova: ve lo guardate tutto senza cercare sull’internet chi è che interpreta e voglio vedere se lo trovate da soli.
    Consigliato a: chiunque ami i polizieschi. In realtà, dopo la mia prima visione, andai in giro a rompere il cazzo a tutti di vederlo. Quindi evitate di farmi venire lì ad asciugarvi con i miei discorsoni belli prolissi (pensate che quanto scrivo è anche quanto chiacchiero). Fate la scelta giusta e guardatevi The Batman.
  • THE NORTHMAN (2022)
    Titolo italiano: THE NORTHMAN
    Titolo italiano classico, mancato per un pelo: IL POLENTONE
    Paese: America
    Trama: ambientato intorno all’anno 1000, il figlio di un re islandese cerca vendetta per l’omicidio del padre.
    Recensione: il regista è Robert Eggers, lo stesso che ha fatto The Lighthouse. Penso dunque di aver appena trovato il mio nuovo regista preferito del momento. Insieme alla collaborazione di Sjón, uno scrittore e poeta islandese, Eggers è riuscito a portare sul grande schermo una rappresentazione della vita ai tempi dei vichinghi come nessun’altro. Da un punto di vista storico, letterario e mitologico non fa le tipiche cazzate hollywoodiane dove ci buttano dentro cose a caso, per nulla inerenti ai racconti originali, pur di rendere la visione piacevole anche al pubblico che guarda solo Fast&Furious. Per l’appunto si rifà al racconto norreno dell’Amleth di Saxo Grammaticus (racconto ripreso da Shakespeare per l’Amleto). Chiaramente ci sono delle rivisitazioni cinematografiche che non possono sfuggire, come la fuga immediata dall’isola da parte del protagonista subito dopo la morte del padre, invece che la sua permanenza e il fingersi imbecille per tentare di ingannare lo zio. Un film davvero coinvolgente, incalzante e mistico, che sa regalare anche al pubblico scandinavo il suo meritato rispetto culturale (non lo dico io, l’ho letto da dei commenti di svedesi, danesi e islandesi). Ah già, come dimenticarsi del motivo importante che mi ha spinto a guardarlo: c’è dentro Willem Defoe. Solo per pochissimi minuti, ma la mia filosofia è che se c’è lui nel cast, allora il film deve essere visto obbligatoriamente.
    Consigliato a: tutti, bambini compresi, così capiscono da subito che la vita non è tutta rosa e fiordi (per intenderci, il film è piuttosto violento).
  • SOUTH PARK: THE STREAMING WARS (2022)
    Titolo italiano: [Non ancora pervenuto]
    Titolo italiano classico, mancato per un pelo: PARCO MERIDIONALE: MAI INCROCIARE I FLUSSI
    Paese: America
    Trama: la parola “streaming” significa “flusso”, difatti in tutto il film parlano della guerra alla vendita di flussi d’acqua (chiaramente con lampanti riferimenti ai milioni di servizi di streaming televisivi odierni).
    Recensione: i miei due idoli, Tray Parker e Matt Stone, hanno firmato con la Paramount per 14 nuovi film della famosa serie animata ambientata in Colorado. Dopo i primi due trasmessi, ossia South Park: Post Covid e South Park: Post Covid: The Return of Covid, il terzo e nuovo lungometraggio serve a farci riflettere oltre che a divertirci con la loro sfacciata irriverenza. Non aggiungo altro perché da estremo risparmiatore energetico quale sono, mi potrebbe salire la carogna e inizierei a bestemmiare. L’unico appunto è che anche questo lungometraggio è diviso in due parti, come con i film sul Covid. La conclusione è prevista per il 14 luglio 2022.
    Consigliato a: i tuoi avi, ai tuoi genitori e a te stesso, perché è colpa di tutti noi se siamo in questa situazione ambientale insostenibile, detta anche Uomo-orso-maiale (i cui fan della serie sanno esattamente a cosa si riferisce).
  • THE UNBEARABLE WEIGHT OF MASSIVE TALENT (2022)
    Titolo italiano: IL TALENTO DI MR. C
    Titolo italiano classico, mancato per un pelo: [Non mi serve inventare uno stupidissimo titolo del cazzo, visto che ci hanno già pensato i nostri cari traduttori di merda]
    Paese: America
    Trama: Nicolas Cage sta passando un periodo economico di merda, fa film del cazzo per pagarsi i debiti accumulati nei decenni e la situazione famigliare non è delle più rosee, in particolare con la figlia che si sente oppressa dal sua atteggiamento da grande attore. Decide quindi di prendere l’ultimo insulso lavoro e iniziare a ricostruire seriamente la sua figura di un tempo. Da questo punto in avanti finisce la vera storia di Nicolas Cage per iniziare la trama romanzata del film, fatta di sparatorie, FBI e rapimenti a scopi politici.
    Recensione: per pagarsi tutti gli arretrati, dal 2017 al 2022 Nicolas Cage ha accettato qualunque proposta lavorativa gli venisse passata: dalle produzioni più becere (Willy’s Wonderland – 2021; Jiu Jitsu – 2021), a quelle più guardabili (Mandy – 2018, Mom and Dad – 2017), incappando di tanto in tanto in qualche inaspettato capolavoro (Pig – 2021; Spider-Man: Into the Spider-Verse – 2018). Si conclude quindi la sua saga da prostituto cinematografico con questa produzione che definirei geniale. Nic sa come prendersi in giro molto bene e lo mette per inciso, tra battute e recitazioni che fanno di lui… lui! Ho apprezzato la trama, simpatica, relativamente semplice e piena di pompose battute su quanto sia importante il ruolo dell’attore. Non per niente il titolo originale è “L’insopportabile peso del talento imponente”.
    Consigliato a: quelli che hanno scambiato la faccia con Nic Cage per pagarsi i debiti. Un film che vale la pena vedere, soprattutto per gli amanti del cinema anni ’90 e ovviamente di Nic Cage.
  • MAD GOD (2022)
    Titolo italiano: MAD GOD
    Titolo italiano classico, mancato per un pelo:
    ALLA RICERCA DELLA VALLE BRUCIATA
    Paese:
    America
    Trama:
    Missioni suicide e inquietantissime discese verso mondi malati e alienanti.
    Recensione: come potrei spiegare questo film? È come se H. P. Lovecraft e John Carpenter avessero concepito una prole fertile e incestuosa, le quali orde di discendenti mutanti avessero raggruppato in un unico lungometraggio tutti i loro video di TikTok. E a proposito di divinità come cita il titolo, il dio dietro tutto questo capolavoro è Phil Tippett.Il regista, scenografo, produttore, scrittore, ideatore, nonché maestro degli effetti speciali Phil Tippett. Rubo, traduco e correggo un commento trovato sull’internet per descrivere questo personaggio: “È l’uomo che ha fatto puzzare le viscere dei Tauntaun. È il tizio che ha fatto apparire il T-Rex più vicino di quello che viene riflesso dallo specchietto. È colui che ti ha dato 20 secondi per rimuovere il veicolo parcheggiato illegalmente quando stavi a Detroit nel 2028. È l’uomo delle leggende.”. Se non avete capito le citazioni, lui è colui che ha creato gli effetti speciali della saga originale di Star Wars, di Jurassic Park, di Robocop (e molti altri ancora). E proprio mentre stava lavorando nel 1990 al secondo capitolo del poliziotto robotico, gli viene in mente di fare questo film. Sì, intendo proprio Mad God. La produzione di questa maestosa opera è durata oltre 30 anni. Potrebbe essere considerato il papà di Boyhood (2012), se mi passate la battuta. Mentre lavorava per Jurassic Park, Tippett si convinse che la stop-motion era arrivata alla fine, così le riprese di Mad God furono accantonate. Vent’anni dopo, spronato dagli membri del suo stesso studio, il mitico Phil ritornò a girare le scene del film, aiutato da crew e volontari. Nei fine settimana, afferma Tippett, riusciva a tirare su 15, 20 persone che lo aiutavano nelle riprese, seppur molti fossero senza esperienza. Infine, grazie a una raccolta fondi su Kickstarter, riuscì a concludere le prime tre parti del film, praticamente metà del prodotto finale. Tippett dimostra che i pupazzi in stop-motion continuano a metterlo ampiamente nel culo alla digitalizzazione grafica (tranne alla Pixar, ma loro sono un mondo a sé). Questo film non ha bisogno di traduttori perché non c’è parlato, solo terrore puro e un’incredibile immaginazione. Però, ahimè, è rimasto fuori nelle sale solo una settimana, dopo che era stato presentato al festival del cinema di Locarno del 2021.
    Consigliato a:
    tutti, tranne ai figli di Tippett, così come ha affermato lui stesso in un’intervista. Io li porterei comunque i piccini a vedere Mad God, così che possano andare in psicanalisi il prima possibile, in linea con tutta la popolazione mondiale odierna.
  • DUAL (2022)
    Titolo italiano: DUAL – IL CLONE
    Titolo italiano classico, mancato per un pelo: ANVEDI ‘STO DUELLO DUALE!
    Paese: America
    Trama: una tizia scopre che sta per morire di una malattia incurabile e rarissima (e come dice mia mamma, è sicuramente colpa del vaccino, dei poteri forti, di Bill Gates, eccetera…). Decide di clonarsi così che i parenti e gli amici non sentano la sua mancanza una volta deceduta. Si scopre che la sua sentenza di morte è stata “leggermente” esagerata (proprio come le “prove” che sostiene mia mamma contro i vaccini e Bill Gates). Siccome non possono esserci due persone identiche in giro, una delle due deve morire. E di solito è sempre quella vaccinata a morire, sempre secondo i deliri di una madre boomer.
    Recensione: ‘nsomma. Sarà anche una figa Karen Gillan, ma i film che fa sono abbastanza… inutili. Un film piatto, una trama per niente innovativa ma che sicuramente fornisce un’ora e mezza di ottima noia, se era quello che cercavate. Mi diverto di più a sentire le fantasticherie da cospirazionista di mia mamma.
    Consigliato a: i complottisti, che magari ci trovano altre polemiche da montare per le loro congetture.
  • DUNE: PART ONE (2021)
    Titolo italiano: DUNE
    Titolo italiano classico, mancato per un pelo: IL TREMORS DI FRANK HERBERT
    Paese: America
    Trama: devo davvero spiegare la trama di Dune di Frank Herbert? È quella che conosciamo tutti, ma siccome che è la prima parte contate che arriva fino a quando il principino si ritrova nella tribù degli occhi azzurri (è un po’ che non lo guardo, non ricordo un nome che sia uno).
    Recensione: bello, anche se è un remake. In fin dei conti si tratta di Villeneuve, non il primo sprovveduto. E il cast è tanta roba. Che altro posso aggiungere? Se volete una recensione su Dune fatta davvero bene (mica le mie cazzate) la trovate sul blog di SerenateCinematografiche.
    Consigliato a: la zia Luigina, siccome so che a lei ci piacciono tanto i tizi scuri con gli occhi blu.
  • THE BAD GUYS (2022)
    Titolo italiano: TROPPO CATTIVI
    Titolo italiano classico, mancato per un pelo: QUEI CATTIVI RAGAZZI
    Paese: America
    Trama: un lupo, un serpente, una tarantola, un piranha e uno squalo fanno squadra per rapinare banche.
    Recensione: leggo sull’internet che il film si ispira a grandi classici, come Lupin III, Ocean’s Eleven, Pulp Fiction e Beastars, mentre l’animazione è presa da Spider-Man: Into The Spider-Verse. Io dico che si sono anche ispirati a Occhi di Gatto, Heat, 3 episodi de La Signora in Giallo, la banda della Uno Bianca e Anaconda 2. Ma se faccio il simpatico è solo perché mi sono ampiamente offeso nel vedere Pulp Fiction tra le citazioni. Ad ogni modo, ‘sto film è la solita animazione grafica, prevedibile in ogni secondo, plausibilmente dedicato al pubblico più giovane e ignorante, ma che non ha nulla di cui vantare. Beh, forse qualche doppiatore (originale) è da menzionare, ma visto che il film è talmente “la solita pappa” che non ho nemmeno voglia di soffermarmi oltre su questo titolo.
    Consigliato a: famiglie coi bambini, cresciute con una morale cattolica e con la Peppa Pig.
  • ALICE (2022)
    Titolo italiano: ALICE
    Titolo italiano classico, mancato per un pelo: ALICE NEL PAESE DELLA SCHIAVITÙ
    Paese: America
    Trama: Alice è una degli schiavi che vivono in una fattoria americana. Dopo l’ennesimo abuso di potere, il suo spirito ribelle la porta a scappare, scoprendo così che siamo nel 1973. Whaaaat?!
    Recensione: Le due cose che mi spingono a guardare un film sono solitamente la locandina e la trama. Ormai ho un certo occhio per capire quali film meritano e quali fanno cacare semplicemente guardando il poster. Per Alice pensavo di andare a vedere un film poliziesco, basandomi solo sulla locandina. Poi ho letto la trama e ho pensato fosse un film di fantascienza, siccome avevo capito parlasse di viaggi nel tempo. Invece si tratta di una romanzata basata su una storia vera, successa in America intorno agli anni ’60. Al ché uno si spiega perché l’anagramma di “umano” sia “infame”. Ad ogni modo, il film mi è piaciuto per la storia, per l’attrice protagonista, per la sua stupenda acconciatura afro e perché siamo negli anni ’70. Un bel film, coinvolgente tanto da farti salire la voglia di vendetta. Come racconto di schiavitù e rivalsa non raggiungerà mai gli apici di Django Unchained, ma merita ad ogni modo di essere visto.
    Consigliato a: gli amici di colore che ci stanno seguendo da casa e che saluto con affetto. Ma anche a tutti quelli che non hanno le palle di mandare affanculo il loro capo e continuano a lavorare in condizioni disumane. Break the chain, fuck them all!
  • CRIMES OF THE FUTURE (2022)
    Titolo italiano: CRIMES OF THE FUTURE
    Titolo italiano classico, mancato per un pelo: SE MI TAGLIUZZI, MI ECCITO
    Paese: Canada, Francia, UK, Grecia
    Trama: ambientato in uno strano futuro dove le alte concentrazioni di inquinamento hanno portato la razza umana ad una quasi totale perdita del dolore, trasformandolo in un qualcosa di puramente erotico. Le operazioni chirurgiche sono diventate di pubblico svago e spesso presentate come vere e proprie performance artistiche. In questo strano mondo abbiamo il nostro protagonista, un artista ampiamente riconosciuto che è in possesso di una fisionomia particolare, in grado di riprodurre i propri organi interni.
    Recensione: Si tratta di Cronenberg, per questo la trama è così fottutamente malata. Personalmente mi è piaciuto quasi tutto il film. Sono un sostenitore delle opere del mio omonimo (no, non mi chiamo Cronenberg, mi chiamo Davide) e questa non è da meno, se non che il finale mi ha lasciato un attimo in sospeso. Cerco di spiegarmi: non mi è dispiaciuto il finale, ottimamente sviluppato con la scena che si chiude su un’eccezionale espressione del protagonista Viggo Mortensen (non è uno spoiler, tranquilli). Solo che secondo me poteva farlo continuare ancora un pochettino. Di solito sono io il primo a disdegnare i sequel e le serializzazioni, da me concettualizzati come inutili e infiniti prolungamenti di storie originali che servono solo a fare soldi, eppure in questo film ci stavano altri 20/30 minuti in più sul finale, a mio avviso. Non mi metto certo a criticare da saccente questa scelta chiaramente voluta; saremo anche omonimi ma non ho mai fatto il regista. E lo stesso si dica per la musica: pur avendo un sacco di omonimi nel campo (Gahan, Grohl, Byrne), canto di merda e suono solo i citofoni. Sempre rimanendo in tema omonimia, i più appassionati dei lavori di Cronenberg avranno supposto che questo film sia in qualche modo collegato alla sua altra opera del 1970 con lo stesso titolo. In realtà lo stesso Cronenberg ha affermato che non c’entrano nulla l’uno con l’altro e non si tratta di un remake.
    Consigliato a: chi piacciono le “Cronenbergate” e i thriller psicologici. Se la visione di interiora umane e tagliuzzamenti corporei vi fa impressione, lasciate proprio perdere.

Ho finito, giuro. Vi lascio con quest’ultimo consiglio (imperativo): guardatevi Everything Everywhere All At Once o vi spacco il culo.

Tiols